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Badlands. Springsteen e l’America: il lavoro e i sogni

Fra le numerose recensioni e interviste rilasciate in occasione dell'uscita del libro di Alessandro Portelli Badlands.̣ Springsteen e l'America: il lavoro e i sogni (Donzelli, 2015) segnaliamo la densa e articolata conversazione fra l'autore e Gabriele Santoro apparsa su minima&moralia e che potete leggere qui:

http://www.minimaetmoralia.it/wp/lamerica-nelle-canzoni-di-bruce-springsteen/

Se c’è un libro che il popolo di Springsteen attende da anni è quello firmato da un suo specialissimo fan, Alessandro Portelli. Dalla musica alla letteratura, dalla storia al presente, Portelli mette la sua nota affabulazione al servizio del cantore dell’America che più ama, quella tutta fondata sul lavoro, un’America in cui la promessa della mobilità sociale e della realizzazione di sé è spesso frustrata e tradita. Attraverso una rilettura dei testi che Portelli sa ancorare saldamente al contesto culturale e storico, il libro guarda al mondo di Springsteen sotto la lente del lavoro: il lavoro che divora le vite dei suoi personaggi (operai, cameriere, addette all’autolavaggio, cassiere, braccianti, disoccupati) e il suo lavoro, quello di musicista e di uomo di spettacolo. Il Bruce Springsteen narrato in questo libro è quello che racconta vite di seconda mano; che canta la rabbia di chi si ribella e di chi sogna di ribellarsi; che dà voce al tradimento di un Sogno Americano svanito; che avverte come il fantasma della rivolta torni ad aggirarsi sulle strade di un’America in crisi. Ma lo Springsteen di Portelli è anche quello che narra le sue storie dolorose con un sound travolgente che evoca l’orgoglio di essere, nonostante tutto, ancora vivi. Non è il contenuto del sogno ciò che conta, ma la capacità di sognare e la dignità di chi sogna. E il primo a sognare sulle note del Boss è lo stesso Portelli, che pagina dopo pagina ce lo racconta anche in presa diretta, attraverso le vivide istantanee dei concerti dal vivo.